I riti della settimana santa a Taranto
I Riti della Settimana Santa a Taranto fanno parte del patrimonio culturale non solo della comunità cristiana, sono della collettività tutta, anche per i non credenti. Dai penitenti incappucciati, ciò che si nega alla vista fa paura perché sconosciuto, al gelido suono della troccola, alle marce funebri. Quest è una tradizione popolare con un senso molto profondo anche rispetto alla liturgia religiosa in sé, perché riflette sentimenti radicali che fanno parte del nostro vissuto. Molte persone, come tante altre nel passato, attraversano il sentiero della via crucis. C’è chi lotta contro la malattia, contro la povertà, contro le prepotenze, le discriminazioni, contro la povertà di spirito. Gesù rappresenta noi nel portare quella croce, ogni nostra fragilità in un mondo che spesso ci richiede di essere macisti. Il Re dei Re che nasce poverissimo, uomo del popolo, e ha un’unica arma per salvare il mondo, l’amore. In una società ingarbugliata da sempre per chi è la persona più forte, per chi detiene il potere di determinare le vite degli altri aumentando le proprie ricchezze materiali, il messaggio di Cristo è rivoluzionario.Fede, tradizione, sentimento popolare si fondono nella grande rappresentazione della Settimana Santa a Taranto, che si avvia con un programma sempre più intenso e di respiro internazionale. Dopo le “gare” della domenica delle Palme per l’aggiudicazione dei simboli, saranno come sempre giovedì, venerdì e la mattinata del sabato i giorni in cui i due pellegrinaggi dell’Addolorata e dei Misteri – organizzati rispettivamente dalle Confraternite dell’Addolorata e San Domenico e del Carmine – con il loro ritmo lento e appassionato, si snoderanno rispettivamente per le strade della città vecchia e della città nuova.l tutto ha inizio il Giovedì Santo con la Messa in Coena Domini, durante la quale avviene il rito della lavanda dei piedi a dodici confratelli in abito di rito.Intanto, dalla Chiesa del Carmine si sono già avviate le coppie di confratelli per il pellegrinaggio dei Perdoni.Il Venerdì di Passione ha luogo in San Domenico la secolare funzione della Compassio Virginis, secondo il rito dei Servi di Maria, alla cui spiritualità la Confraternita si ricollega, con la solenne partecipazione dell’Amministrazione, in abito di rito; il lunedì Santo infine si svolge il pio esercizio della meditazione sulle sette parole di Cristo in Croce.La più solenne è quella dell’ultima domenica di Quaresima, detta un tempo domenica di Passione, lungo via Duomo, nella Città Vecchia sino alla chiesa di San Domenico; la sera del lunedì successivo si svolge, sempre in San Domenico, il Concerto della Passione a Taranto, eseguito dalla Banda della Marina Militare.I Perdoni sono Confratelli della Chiesa del Carmine e rappresentano figure cardine della Settimana Santa a Taranto. Procedono lentamente tra le vie della città con il dondolio continuo detto “nazzecata”.Il loro nome forse deriva dai pellegrini che si recavano a Roma per chiedere il perdono dei propri peccati. Incedono scalzi indossando un camice bianco, un cappuccio bianco con due forellini all’altezza degli occhi, una corona di sterpi poggiata sul capo; guanti bianchi, un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso oltre a una cinghia di cuoio nero attaccata in vita, rappresentante la frusta con la quale venne colpito Gesù, e due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate “Decor” e “Carmeli”. I Perdoni portano inoltre un bastone alto circa due metri che simboleggia l’antico bastone dei pellegrini.Con i Riti della Settimana Santa a Taranto, i frenetici ritmi della vita quotidiana lasciano il posto al lento incedere dei Perdoni e per tutta una Settimana, un moto silenzioso di persone di tutte le età si riunisce nelle vie del centro, per questo evento molto partecipato dalla comunità tarantina.
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